European Wedding

Erano vent’anni che non si vedeva una riunione del Consiglio europeo così lunga e travagliata. Nel 2000, a Nizza, i Capi di Stato e di Governo europei si riunirono dal 7 al 10 dicembre per approvare, il giorno successivo, il trattato di Nizza. Allora la partita aveva riguardato il funzionamento e l’organizzazione dell’Ue (dimensioni e composizione della Commissione europea, ponderazione dei voti in Consiglio ed estensione del voto a maggioranza qualificata e infine le cooperazioni rafforzate tra i paesi dell’Ue). 

Il Consiglio europeo appena trascorso, invece, dopo 92 ore di trattative, ha approvato il pacchetto di aiuti per la ricostruzione post Covid-19. Questi interventi economici, quantificabili in 1.074 miliardi per il quadro finanziario pluriennale e 750 miliardi per il Next Generation EU, puntano a dare una pronta risposta alle stime sul Pil 2020 in caduta in tutta Europa: secondo la Commissione europea, l’Italia vedrebbe una diminuzione del Pil nel 2020 pari a 11,2 punti percentuali, mentre Spagna e Francia si attesterebbero rispettivamente a -10,9% e 10,6%. Si tratta della più grande crisi economica dai tempi della Grande Depressione del 1929.

La trattativa, mediata dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, ha visto uno scontro serrato incentrato sui diversi interessi nazionali in campo. Da una parte, il fronte dei Paesi “frugali” (Olanda, Danimarca, Austria, Svezia e infine anche Finlandia) che ha osteggiato fin dal primo momento un accordo troppo sbilanciato sugli aiuti a fondo perduto, proponendo un controllo maggiore da parte del Consiglio (e quindi, in definitiva, degli Stati) nella valutazione dell’opportunità di molti capitoli di spesa nazionali.

Dall’altra parte, troviamo il “Club Med” composto dai paesi dell’area mediterranea (Italia, Francia, Spagna e Portogallo) che, partendo dalla proposta franco tedesca di qualche mese fa, ha richiesto un cambio di passo rispetto all’attuale logica intergovernativa europea, puntando all’affidamento diretto alla Commissione europea e non ai singoli Stati della gestione del Recovery Fund. Ci sono poi i due principali esponenti del gruppo di Visegrad, ovvero Ungheria e Polonia, che hanno guardato più che altro al mantenimento delle loro fette di fondi strutturali e alla disattivazione dell’articolo 7 del Tue con cui l’Ue minaccia di punirli per il non rispetto delle regole dello stato di diritto.

Uno scontro, quindi, che è stato nazionale e non certamente di appartenenza ideologica o partitica. 

Lo strumento finanziario su cui si è giocata la partita principale è il Next Generation EU. La dotazione finanziaria iniziale proposta dalla Von der Leyen non è cambiata (750 miliardi di euro, ben 250 miliardi di euro in più rispetto alla proposta originaria presentata a metà maggio da Angela Merkel ed Emmanuel Macron), ma è stata modificata la modulazione tra prestiti (loans) e sovvenzioni che non dovranno essere ripagate dai Paesi destinatari (grants).

Lo strumento approvato è innovativo perché, per la prima volta, l’Ue ha ratificato una forma di condivisione del debito (un punto per cui si sono molto spesi Italia e Francia). A tale scopo, la Commissione potrà finanziarsi sui mercati emettendo titoli comuni coperti dalla garanzia di tutti gli Stati membri (la Germania, per fare un esempio, si farà garante di 200 miliardi di euro).

È stato deciso che i singoli Paesi Ue debbano presentare dei Piani di riforma in cui espongono come verranno utilizzati gli aiuti basandosi sulle raccomandazioni date dalla Commissione secondo le modalità del semestre europeo. In particolare, i Piani saranno approvati dal Consiglio dell’Unione europea a maggioranza qualificata (e non assoluta come avrebbero voluti i “frugali”), mentre i singoli esborsi verranno decisi dalla Commissione, sentito il Consiglio.

Se poi un Paese dovesse avere ancora dei rilievi, potrà sottoporre la questione al Consiglio Ue (secondo alcuni osservatori, assomiglierebbe non poco ad un diritto di veto, anche se si ritiene estremamente improbabile che qualcuno vi farà mai ricorso). In ogni caso, il “freno di emergenza”, eventualmente attivabile presso il Consiglio europeo, avrà una durata massima di tre mesi e non potrà prevedere un vero e proprio diritto di veto.

Il passaggio in seno al Consiglio Europeo rappresenta senza dubbio uno spartiacque della storia europea, sia per le modalità con cui si è arrivati alla decisione sia per le trasversali coalizioni che strada facendo si sono formate. Ma soprattutto il meccanismo di debito comune lega inevitabilmente la struttura economica europea nel lungo periodo. Un’unione in crisi che sceglie un matrimonio per ragioni di sopravvivenza, per salvare se stessa. Inoltre l’emissione di titoli di debito comune produce una riduzione degli squilibri tra gli stessi Stati membri, che anche dopo la crisi del 2007 avevano visto crescere le distorsioni strutturali interne, tra dumping fiscale e surplus commerciale. Infine l’Italia si è ritagliata un ruolo da assoluta protagonista, pur considerando il difficile passaggio economico e sociale, come forse non era mai accaduto. Indubbiamente la positiva gestione dell’emergenza sanitaria, affrontata prima di tutti e senza alcuna certezza in termini economici e finanziarie, ha accresciuto l’autorevolezza del nostro esecutivo, che nella persona del Presidente Conte ha avuto il merito di aprire il confronto che ha portato a questo risultato. La capacità di mediare e aggregare, portando stabilmente la Francia sulle posizione dei paesi mediterranei, ha certamente fatto la differenza nel costruire un asse efficace che sarà determinante nei prossimi passaggi.

Comments

No comments found

Privacy Preference Center

Strictly Necessary

These cookies are essential for websites built on Wordpress to perform their basic functions. These include those required to allow registered users to authenticate and perform account related functions.

wordpress_test_cookie, wordpress_{hash}, wordpress_logged_in_{hash}, wp-settings-{user_id}, wp_sharing_{id}

Close your account?

Your account will be closed and all data will be permanently deleted and cannot be recovered. Are you sure?