Alleanze sospese

All’interno del PD si è riaperto con prepotenza il dibattito sulle alleanze e sulle future strategie per definire lo schieramento che si presenterà al voto alle prossime politiche.

Certamente chi guida il PD, a dispetto delle dichiarazioni di facciata, esce piuttosto male dalla crisi di governo dopo aver scommesso tutto sulla ex maggioranza di governo come coalizione strutturale da presentare alle elezioni, che vedeva in Conte “punto di riferimento delle forze progressiste”, nonché candidato dell’alleanza.

Gli avversari interni che mal digerivano l’intesa con i pentastellati e che accusavano il proprio partito di subalternità verso gli alleati, sono corroborati dalle prime rilevazioni demoscopiche sul M5S guidato da Conte che relegano il PD a junior partner della coalizione. Le stime diffuse hanno infatti prodotto ulteriori tensioni all’interno del Partito Democratico, fornendo ulteriore carburante agli oppositori interni che si stanno organizzando (leggi Bonaccini in rampa di lancio) in vista di un Congresso, o Conferenza programmatica che sia, in cui il Segretario Zingaretti potrebbe presentarsi dimissionario nella speranza di un reincarico. Effettivamente la discussione per tesi, più volte rimandata, potrebbe risultare oggi come non mai utile a far chiarezza sulla strategia per le alleanze. Chi contesta il Segretario rivendica la tradizione maggioritaria del PD, rifacendosi a uno dei pilastri della sua fondazione, ovvero l’idea di un partito che cannibalizzasse e conglomerasse le diverse sensibilità di tutto il variegato campo del centrosinistra. Operazione controcorrente rispetto alla storia politica del paese e che ha avuto l’effetto di inoculare negli altri partiti una sorta di vocazione maggioritaria contro il PD. Basandoci su una semplice ricerca empirica possiamo osservare che il Partito Democratico e i suoi predecessori sono riusciti a vincere le elezioni solo quando sono stati in grado di costruire alleanze inclusive e coinvolgere attori politici su piattaforme di ampio respiro. Tutt’altra cosa è cercare di risucchiare energie ai piccoli cespugli che si ha intorno, con l’idea di bastare a se stessi e con l’aspirazione massima di rientrare dalla finestra in un qualche governo di larghe intese.

Certamente sarebbe utile a quel partito e ai suoi maggiorenti capirsi una volta per tutte su questo aspetto dirimente, relativo ai rapporti con le altre forze e alla direzione da imboccare sul piano strettamente politico. Nel frattempo ciò che si può osservare è che, giusta o sbagliata che fosse, Zingaretti & Co una strategia l’avevano e la portano avanti, nonostante le contingenze non siano favorevoli come qualche mese fa. Dall’altro lato non si vedono alternative rispetto all’alleanza con il M5S, a meno che non si consideri una strategia il solipsismo di un partito che non può contare nemmeno più su una base e su una struttura che potevano perlomeno mitigare lo smarrimento identitario e ideale dell’intero campo del centrosinistra.

Sull’altra sponda il M5S ha optato per la scelta più proficua dal punto di vista elettorale e che potesse anche tenere insieme le diverse anime interne, anche alla luce della spinta centrifuga che si era ingenerata all’indomani del voto sul Governo Draghi. Per i pentastellati l’ipotesi di Conte era l’opzione più saggia ed efficace. Si era percepito che il gradimento accumulato dall’ex Presidente del Consiglio fosse in grado di spostare sensibilmente pezzi di elettorato e orientare consenso. L’eventuale partito personale veniva accreditato di una percentuale già a doppia cifra, pertanto non deve stupire il rimbalzo che potrebbe produrre in favore del Movimento. L’incognita stava tutta nelle perplessità che lo stesso Conte potesse nutrire nei confronti di questo percorso. Scartata l’alternativa del Partito di Conte, decaduta nell’esatto momento dell’uscita da Palazzo Chigi, l’ex Presidente del Consiglio era chiamato a una scelta per sottrarsi dalla coltre di tenebra che minacciava la sua figura, già considerata nell’ombra un minuto dopo il giuramento di Draghi. In questo contesto rimanere nel limbo, in una condizione super partes, restando appeso alle discussioni del Pd e alle evoluzioni interne del M5S, lo avrebbe condotto all’oblio. Le tempistiche sarebbero dipese unicamente da fattori esogeni e incontrollabili, come la luna di miele del paese col nuovo governo e dalle decisioni, ad oggi ignote e imprevedibili, che assumerà il Pd al suo interno.

Va da sé che la decisione di Conte è stata in un qualche modo irrimediabile. Non aveva alternative e dovrà correre il rischio, con questa sua scelta, di mettere a repentaglio il futuro della sua alleanza, che difficilmente può sopravvivergli. In un colpo solo pare aver riportato il M5S sopra il PD al cui interno proprio chi lo contestava e negava le prospettive di un’alleanza strutturale, beneficia di nuove e solide argomentazioni. Perché ora “il punto di riferimento dei progressisti” è il leader di un partito che molti, dentro lo stesso PD, considerano il principale avversario.

Una scelta forse obbligata che però dal punto di visa strategico potrebbe avere più di qualche contro indicazione. Ora il futuro di quella alleanza, che fino a poco tempo fa procedeva agilmente verso le elezioni, non dipenderà dalle capacità di mediazione dimostrate da Conte o dal suo appeal elettorale, ma anche da quale linea politica prevarrà dentro il PD e se si presenterà un’alternativa politica credibile che era l’obiettivo principale di coloro che hanno lavorato per far cadere il governo e cambiare quello schema che li relegava ai margini, elettoralmente e politicamente.

Comments

No comments found

Privacy Preference Center

Strictly Necessary

These cookies are essential for websites built on Wordpress to perform their basic functions. These include those required to allow registered users to authenticate and perform account related functions.

wordpress_test_cookie, wordpress_{hash}, wordpress_logged_in_{hash}, wp-settings-{user_id}, wp_sharing_{id}

Close your account?

Your account will be closed and all data will be permanently deleted and cannot be recovered. Are you sure?