La nuova cooperazione internazionale

Wladimiro Boccali – Managing partner Solving BFM

Questa nuova fase della nostra vita privata e collettiva ci impone riflessioni e cambiamenti che non immaginavamo di dover affrontare con questa forza.
Voglio concentrarmi su un ambito forse meno immediato di altri: la Cooperazione internazionale e gli aiuti pubblici allo sviluppo. Tempo fa avevo condiviso la proposta, fatta da qualche esperto di cooperazione internazionale, di pensare modalità e strumenti nuovi per finanziare lo sviluppo sostenibile in Paesi in fase di crescita e uscita dalla misera, oggi a maggior ragione la ritengo una necessità, quasi un obbligo.
Immagino che anche il contesto politico che seguirà questa fase sarà attraversato da un crescente “sentimento nazionalista”, che a mio avviso stiamo eccessivamente alimentando. Un conto è la riscoperta del senso di comunità altra cosa è pensare di alzare altri muri sia in ambito economico che politico culturale.
Dovremo mettere ancora più forza per far transitare il concetto di un mondo sempre più interdipendente e connesso, nel quale la parte più ricca e sviluppata deve comprendere che il processo di una crescita globale e sostenibile, sia dal punto di vista sociale che ambientale, è inevitabile perché utile.
L’Aiuto allo Sviluppo non più come opera da anime belle, o meglio “aiutiamoli a casa loro”, ma come nuovo modello di sviluppo globale.
Se ciò è vero allora il cambio di prospettiva e di strumenti deve guidare la Nuova Politica di Cooperazione, a partire da un tagliando alla L. 125/2014.

Mi sento di poter dire che i punti più innovativi di quel Testo normativo, dalla governance del Sistema, allo strumento operativo AICS, al ruolo dei privati, agli strumenti finanziari, necessitino di una revisione.
Come si dice in questi casi: dalla crisi possiamo trarre una opportunità.
Con un patto tra i maggiori protagonisti di questo mondo, dai soggetti pubblici al privato profit e non profit: mettiamo da parte lo spirito conservativo che è presente in ognuno di noi, forte delle nostre esperienze passate e sicuri che siano giuste ed immutabili.
Gli Stati Generali della cooperazione, la Conferenza triennale prevista dalla Legge 125, anche CODEWAY l’Expo della cooperazione allo sviluppo, siano appuntamenti coraggiosi e con l’obiettivo di cominciare a scrivere non un capitolo ma un libro nuovo della cooperazione internazionale. Possiamo giocare un ruolo nuovo anche in Europa, diventando il motore di una nuova macchina europea che intraprende una comune strada di Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Non più ognuno per sé, moltiplicando interventi analoghi negli stessi Paesi, ma una vera programmazione condivisa, risorse messe in comune, ONG che si coordinano, privati che fanno sistema e costruiscono sinergie. Ci aiutiamo noi europei, sia politicamente che economicamente, costruendo sviluppo sostenibile globale.


Niente di nuovo, solo passare dalle parole ai fatti.
Oppure rimane tutto com’è, solita retorica, solita sceneggiatura, soliti attori…..
Nella speranza che il film continui.

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