Le fake news sotto la lente di AgCom

Disporre di un’informazione di qualità diventa condizione propedeutica al corretto funzionamento della democrazia stessa. Nel tempo, i mezzi attraverso cui fare e divulgare informazione si sono moltiplicati e con l’avvento di Internet l’attenzione viene posta su alcuni aspetti controversi. Uno di questi è la disinformazione.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom), nell’ambito dell’indagine conoscitiva su “piattaforme digitali e sistema dell’informazione”, ha pubblicato uno studio su informazione e fake news. Il Rapporto “News vs. fake nel sistema dell’informazione” ha dimostrato che le notizie false attirano maggiore interesse rispetto alle notizie vere. E gli italiani credono più alle fake news che a quelle reali.

L’indagine ha avuto l’obiettivo di delineare, grazie all’osservazione diretta di milioni di dati gli scenari informativi che caratterizzano il sistema italiano, approfondendo il ruolo delle piattaforme digitali e il contrasto delle fake news, vera minaccia per il sistema democratico.

Nel Rapporto, composto di quattro capitoli – nel primo vengono combinati dati su giornalisti e loro attività e dati sull’output informativo, nel secondo si approfondisce il tema della disinformazione, nel terzo si parla del ciclo di vita delle notizie e delle modalità di trattazione e diffusione sia delle notizie vere che di quelle false e nell’ultimo della modalità di diffusione dei contenuti, soprattutto di quelli fake – emerge un disegno preciso – preoccupante – di come la pubblicazione di una notizia fake sia frutto di una precisa strategia di gruppi organizzati.

Oltre a registrare l’aumento delle notizie in circolo nel sistema, è interessante notare il dato riguardante l’emivita e la visibilità di una singola notizia. Ed è proprio qui che sorgono i problemi. Malgrado le notizie e le fake news abbiano una durata di interesse simile, le ultime risultano più popolari e diffuse. E ad assumere un ruolo importante nella loro diffusione sono le fonti di disinformazione, che consentono una rapida diffusione dei contenuti, generando la loro viralità nel giro di poco tempo.

Nel Rapporto si legge che “La brevità del ciclo di vita delle singole notizie false diffuse tramite queste fonti e la concentrazione in pochi giorni della distribuzione dei relativi contenuti sono la spia stessa dell’intento di mettere in atto una strategia di disinformazione”. Si predilige, quindi, la trattazione di tante notizie diverse, evitando l’approfondimento di contenuti. E a dare il proprio contributo inconsapevole è l’utente che rilancia sul web la notizia, convinto della relativa veridicità.

In Italia, il 57% del totale delle notizie false riguarda politica e cronaca. In particolare, dallo studio emergono nove argomenti principali: politica, diritti, economia, salute e ambiente, famiglia e fede, cronaca, esteri, scienza, immigrazione. Il 20% dei contenuti falsi o inesatti riguarda invece notizie di carattere scientifico. Tutte tematiche che presentano un forte impatto emotivo, che possono creare scompiglio e divisione sui social.

Ad accomunare le fake news sono alcuni tratti specifici: l’inesattezza dei contenuti, l’intenzionalità nella loro produzione e la motivazione ideologica, economica o sociale alla base, che punta a destabilizzare l’opinione pubblica.

Sotto il profilo della disinformazione, le analisi compiute mostrano un sistema nazionale che soffre la presenza di un volume di contenuti fake mediamente più alto rispetto al passato, e che ha raggiunto il livello massimo in corrispondenza delle elezioni politiche del 4 marzo 2018.

 

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