A poche ore dalla scadenza dei termini per la presentazione della manovra di bilancio per il 2019 c’è grande tensione.

La presentazione del decreto fiscale – che contiene le misure con le quali i contribuenti potranno sanare le proprie pendenze con il fisco – approderà oggi alle 17 sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Il timing è serrato: oggi – 15 ottobre – è la data che segna il passaggio successivo nel cosiddetto ciclo di bilancio; il Governo Conte, infatti, deve trasmettere alla Commissione Europea e all’Eurogruppo (i ministri delle Finanze dei 19 Stati membri che adottano l’euro) il Documento programmatico di bilancio per l’anno successivo.
Nei prossimi giorni, la legge di Bilancio, prima del vertice europeo di mercoledì e giovedì a Bruxelles, sarà oggetto di incontri bilaterali tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e gli altri leader dell’Unione europea tra i quali la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron. Entro sabato, invece, il Governo dovrà presentare ufficialmente alle Camere il disegno di legge di bilancio.

“Non spaventarsi per lo spread – dichiara il Vice Presidente del Consiglio Luigi Di Maio – dimostreremo – rassicura – che i soldi ci sono e che si tratta di una manovra per il bene dell’Italia. Per la prima volta si fa deficit per ripagare gli italiani”.

Tra i nodi da sciogliere si registra l’assenza di una intesa sulla pace fiscale e alcune coperture finanziarie che possono rischiare di mettere in discussione il gettito atteso dalla sanatoria, imprescindibile per far fronte alle misure di spesa previste per il prossimo anno, dal reddito di cittadinanza alla “quota 100” per le pensioni.

Sul tema pensioni. Dal 2019 ci sarà un nuovo canale di pensionamento anticipato “quota 100”: somma di età anagrafica e età contributiva.
La legge di Bilancio consentirà, infatti, di lasciare il lavoro a chi ha almeno 62 anni d’età e 38 di contributi. Si tratterà di una scelta volontaria che interessa una platea di circa 380 mila lavoratori. Ovviamente chi uscirà prima avrà una pensione più bassa avendo meno anni di contributi, ma soprattutto non potrà cumulare l’assegno con redditi da lavoro.

Allarme di Boeri. Il Presidente Inps, infatti, a margine dell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera, ha affermato che con la “quota 100” il sistema previdenziale è a rischio, stimando un onere di 100 miliardi di euro per le casse dello Stato con l’abbassamento a 62 anni dell’età di uscita dal lavoro.

“Non possiamo esimerci dal lanciare un campanello d’allarme per la scelta di incoraggiare più di 400.000 pensionamenti aggiuntivi mentre si avviano a pensionamento le generazioni di baby boomer e il numero dei contribuenti tende a assottigliarsi”, ha affermato. Così “si aumenta la spesa e si riducono i contributi”.  

La manovra dovrebbe confermare le norme attuali per i lavoratori precoci, usuranti e prorogare l’Ape sociale e «opzione donna».

Spinoso è il tema delle pensioni d’oro. Il taglio – spiega Di Maio – sarà inserito nel decreto fiscale all’esame del Cdm e “partirà dalle pensioni di importo pari a 4.500 euro netti al mese in su e non esiste alcuna ipotesi di abbassare la soglia a 3.500 euro”, bypassando, così, la proposta di legge D’Uva-Molinari, all’esame della Camera, che prevede tagli per complessivi 150 milioni sulle pensioni superiori a 4.500 euro al mese. Il valore della sforbiciata – conferma Di Maio – sarà di un miliardo e riguarderà “i pensionati che godono di assegni elevati per i quali non hanno versato i contributi”.