In California si aprono nuovi scenari sulla privacy digitale. Lo scorso giugno è stata approvata una legge in materia di protezione dei dati personale, accolta come un cambiamento normativo significativo sulla supervisione delle pratiche di raccolta dati delle aziende tecnologiche negli Stati Uniti.
Il The New York Times ha commentato la notizia, sostenendo che la nuova legge garantisce ai consumatori il diritto di sapere quali informazioni le aziende stanno raccogliendo su di loro, perché raccolgono tali dati e con chi li condividono.
Il regolamento – che entrerà in vigore nel 2020 – garantisce ai consumatori un maggiore controllo e approfondimento sulla diffusione delle loro informazioni personali online. In sostanza, offre il diritto di comunicare alle società di eliminare le loro informazioni e di non vendere né condividere i loro dati, soprattutto dei minori di 16 anni.
La norma rende anche più facile per i consumatori fare causa alle società dopo una violazione dei dati. E dà al procuratore generale dello stato più autorità per le multinazionali che non aderiscono ai nuovi regolamenti.
Ma Aleecia M. McDonald, Professoressa Carnegie Mellon University, ha dichiarato che la misura sulla privacy della California è stata una delle più complete negli Stati Uniti, dal momento che la maggior parte delle leggi esistenti fanno ben poco per limitare cosa possono fare le aziende con le informazioni dei consumatori.
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